“Le cose” di Georges Perec (Einaudi, 2011) racchiude una lucida e inquietante analisi degli effetti che la società consumistica ha su due ventenni parigini. Il primo romanzo di Perec raccontava nel 1965, con profetica ironia, la forza emozionale, estetica, perfino erotica, che l'universo degli oggetti possiede e trasmette agli uomini. Jérome e Siyilvie desideravano "moquette,tavoli,poltrone,divani ..sommersi dalla vastità dei loro bisogni" Come Roland Barthes commentò l'esordio del suo allievo, «una storia sulla povertà mescolata inestricabilmente all'immagine della ricchezza, un libro molto bello». Un libro che lanciò Perec fra i grandi della letteratura, incredibilmente attuale, una spiegazione insuperata del mondo contemporaneo.

Ecco che i due personaggi sono reificati, divenendo essi stessi cose tra le cose.