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Daniel Miller è professore di Antropologia presso la University College of London (UCL). È uno dei maggiori esperti di cultura materiale, oltre a essere un pioniere dell’antropologia digitale. Oggi è considerato il fondatore dell’antropologia del consumo. Nel 2012 ha lanciato un progetto di cinque anni chiamato Social Networking and Social Sciences Research Project per esaminare l’impatto globale dei nuovi social media. Lo studio è basato sui dati etnografici raccolti nel corso dei quindici mesi in diverse regioni del mondo. Il progetto è finanziato dall’European Research Council. Fra le sue pubblicazioni più recenti: Material Culture and Mass Consumption (1987); Capitalism. An Ethnographic Approach (1997); Consumption and its Consequences (2011). Tra le sue pubblicazioni in italiano: Teoria dello shopping (Editori Riuniti, 1998); Per un’antropologia delle cose (Ledizioni, 2013); Cose che parlano di noi (Il Mulino, 2014).

Daniel Miller & i Dialoghi

2015.

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Daniel Miller, Intervista esclusiva

Daniel Miller, Antropologia Digital

Daniel Miller on Consumption and its Consequences

Paolo Villaggio, ex impiegato all’Italsider, scrittore, autore di testi di canzoni indimenticabili, attore e chi ne ha più ne metta, Paolo Villaggio è una delle figure di spicco della comicità italiana. Nato a Genova il 30 dicembre del 1932, dopo un’infanzia povera e una serie di lavori di ogni tipo, tra cui le celebri crociere con De André, dove si esibiva pure un giovane Berlusconi, viene notato durante uno spettacolo da Maurizio Costanzo che lo convince a trasferirsi a Roma per fare cabaret. Seguono le trasmissioni tv, il sodalizio con altri comici come Cochi e Renato. Poi i suoi personaggi che hanno fatto epoca e che lo seguono dalla pagina scritta alle performance caberettistiche in teatro e tv fino al cinema: Fracchia, il ragionier Fantozzi e il professor Kranz. Agli inizi degli anni settanta debutta anche al cinema, in diverse commedie, e anche in un ruolo di rilievo, quello del soldato alemanno Torz nel celebre Brancaleone alle crociate di Mario Monicelli, del 1970. Nel 1974, recita nel primo film diretto da Luciano Salce : Alla mia mamma nel giorno del suo compleanno. L'anno successivo Villaggio e Salce trasporteranno il personaggio di Fantozzi dalla carta allo schermo nel film omonimo che sarà un successo clamoroso e che porterà a una lunga serie di nuovi episodi. Mentre per la tv, riprenderà Fracchia, in una serie di 4 episodi, con Gianni Agus, Ombretta Colli e Gigi Reder, riscuotendo successo in tutta Italia, al cinema, sempre con Salce porta Il secondo tragico Fantozzi, mentre nel frattempo, nei film che interpreta, gli verranno affidati sempre più spesso personaggi simili a Fantozzi e a Fracchia, finendo per far identificare Villaggio solo con questa tipologia di personaggio.

Sarà molto più in là nella carriera, grazie a un maestro come Fellini che Villaggio recupererà una dimensione diversa, slegata dai suoi leggendari alter ego. Il regista riminese lo sceglie per il film La voce della luna, grazie al quale si aggiudicherà un David di Donatello. Altre incursioni nel cinema d’autore Io speriamo che me la cavo di Lina Wertmuller tratto dal bestseller omonimo di Marcello D'Orta, Il segreto del bosco vecchio di Ermanno Olmi, tratto dal libro di Dino Buzzati, Cari fottutissimi amici di Mario Monicelli e Denti di Gabriele Salvadores.

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Bruno Vespa intervista Paolo Villaggio - Porta a Porta 06/05/2015

Inedita Intervista a Paolo Villaggio da giovane

L'intervista a Paolo Villaggio: 'Ho provato invidia per il funerale del mio amico De André'

Luigi Ghirri nasce il 5 gennaio 1943 a Scandiano, vicino a Reggio Emilia. L’atmosfera della provincia emiliana, il clima del dopoguerra, la ripresa economica e il fermento culturale degli anni ’60, sono elementi forti che accompagnano lo sviluppo di una personalità sensibile ai mutamenti, estremamente curiosa e motivata dal desiderio di conoscenza. L’esperienza quotidiana e il legame indissolubile con i luoghi e le situazioni narrate da registi come Fellini, Antonioni o Zavattini, si arricchiscono così grazie alla volontà di approfondire e ampliare la propria visione del mondo, al fine di compiere soprattutto con l’immaginazione un grande viaggio. Parallelamente a una formazione tecnica, la passione per la lettura e per la musica, la scoperta del Rinascimento italiano e lo studio della storia dell’arte, come pure il gusto per gli oggetti e per le immagini trovate, sono senz’altro aspetti fondamentali di un percorso che lo conduce naturalmente alla fotografia come strumento per guardare dentro e oltre alle cose.

Ma proseguendo sulla stessa linea, l’assidua frequentazione del gruppo degli artisti concettuali modenesi, lo sguardo costante verso lo scenario internazionale dell’arte contemporanea e l’amore dichiarato per alcuni fotografi come Eugène Atget, August Sander, Walker Evans, Robert Frank, Lee Freedlander o William Eggleston, lo portano ben presto a concepire il proprio lavoro fotografico come un grande, appassionato progetto di ricerca espressiva, in cui la ragion d’essere di ogni immagine si misura prima di tutto sul piano dei suoi stessi contenuti. Nel 1969 l’immagine della Terra fotografata dalla navicella spaziale in viaggio per la Luna crea in lui una enorme emozione: la prima fotografia del mondo, l’immagine che conteneva tutte le immagini del mondo. A partire da qui inizia di fatto la sua ricerca contemporaneamente sono fotografie. quella che lui stesso ha definito la grande avventura dello sguardo e del pensiero. Il viaggio nell’inestricabile geroglifico del reale attraverso carte e mappe che contemporaneamente sono fotografie.

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Luigi Ghirri / "Kodachrome"

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